Post

Tramonto

Immagine
"Tramonto" Olio su tela Al crepuscolo All'imbrunire raggi di sole carezzano le acque del mare. Brezza lieve increspa l'onda che danza saltella regala guizzi di bianca schiuma. Tranquilla poi si ritrae languida. A fior d'acqua flutti bagliori lunari onde di cristallo annunciano la sera. Il tramonto è una rapida rossa apparizione. Si dissolve vola via incanto magico. Seduce il canto delle sirene dolce melodia affidata al vento. In cielo palpitano le stelle sognanti la luna lucente. Occhi sognanti fotografano le immagini più belle. Il cuore raccoglie istanti di felicità emozioni intense respiri vitali dello spirito. (Simona Buzzi)

Barche

Immagine
"Barche" Olio su tela Le origini della pittura a olio si perdono nella notte dei tempi: già Vitruvio e Plinio il Vecchio ne parlavano. Durante il corso del XV secolo, in area fiamminga, si perfezionò questa tenica che cominciò quindi a diffondersi in tutta Europa. In Italia la pittura ad olio era già usata insieme ad altre tecniche miste, ma prese piede soprattutto tra le corti che avevano maggiori contatti con la scuola fiamminga, come quelle di Urbino, Napoli, la corte papale a Roma e, in seguito, la scuola veneziana. Tra i primi artisti italiani che utilizzarono l’olio troviamo Piero della Francesca ,  Giovanni Bellini  e  Antonello da Messina . Per oltre quattrocento anni rimase la tecnica pittorica più utilizzata fino all’avvento dell’acrilico. Nell’Ottocento la sua diffusione incrementa sostanzialmente, quando appare il primo moderno tubetto preconfezionato. All’inizio del XX secolo, l’Impressionismo fa della pittura ad olio un mezzo per dipingere in lib...

Il fioraio

Immagine
"Il fioraio" Matite colorate su cartoncino I fiori hanno sempre suscitato interesse tra artisti, poeti e filosofi. Sin dai tempi antichi, nelle varie culture, sono stati simboli sacri, elementi essenziali di culto e protagonisti di studi scientifici. Il primo fiore raffigurato è stato il loto blu, nelle pitture murali delle tombe egizie. Nell’antico Egitto, poiché l’infiorescenza riemerge e si dischiude ogni mattino, rappresentava il Sole e la rinascita. Nell’arte medioevale i simboli e i miti della tradizione pagana sono ripresi e trasformati in immagini sacre. I monasteri divengono i depositari della cultura antica, l’amanuense e il miniatore danno vita a manufatti preziosi, e per esprimere concetti, simboli religiosi, utilizzano immagini del mondo vegetale. La scena della Primavera, la prima allegoria-mitologica di Botticelli e la più complessa, si svolge in un giardino ricco di fiori, delimitato da un aranceto e da una siepe di mirto. Il dipinto contiene circa 50...

Natura morta

Immagine
"Vaso con fiori", "Natura morta con fiori" Dipinti a olio Le nature morte compaiono da sempre come elementi di contorno, e dunque secondari, in opere con protagonisti gli uomini e le vicende umane e solo in casi particolari sono a sé stanti, di solito con funzione decorativa. Tali soggetti autonomi sono, ad esempio, nell'arte romana, il cesto di fichi, dono augurale di ospitalità, o il pavimento non spazzato, cosparso di offerte ai defunti; o sono pareti dipinte a “trompe l'oeil”, che fingono finestre o porte sul giardino. Dall'antico a Giotto e nel Rinascimento ritroviamo la natura morta nel retro di alcuni ritratti, negli stemmi personali o di famiglia con lo stesso intento simbolico-allegorico. Nel Seicento nasce il genere. Sono i fiamminghi a detenere il primato per scuole e specializzazione, ma ci sono artisti in tutti i paesi europei che gli si dedicano. Tavole imbandite, fiori preziosi (è il caso dei tulipani), sono espressione di lus...

La cascata

Immagine
"La cascata" Olio su tela Quale significato iconologico hanno le cascate? Le cascate, speso raffigurate con il loro flusso d’acqua perenne e maestoso, con l’eterno movimento in una forma che però, nonostante il continuo cambiamento, resta immutabile, esprimono il dualismo fra permanenza e trasformazione. Esse sono l’immagine del flusso della coscienza divina universale e della forza vitale che si evolve all'infinito. Immergersi in esse assimila al flusso dell’acqua che trascende le divisioni e i confini; tale rituale attribuisce la consapevolezza di essere parte di qualcosa di più grande di noi stessi, di appartenere all'ordine naturale e alla vastità dell’universo, di attingere all'eterna corrente della vita. Se nella cultura occidentale di stampo umanistico l’uomo è il centro dell’universo, in quella orientale egli è immerso nella natura come in un tutto unitario nel quale la sua individualità tende a fondersi, perdendosi come acqua in un fiume che scorr...

Lo specchio

Immagine
"Lo specchio" Nel corso della storia lo specchio ha racchiuso una grande moltitudine di significati simbolici, ed è stato rappresentato come allegoria della  vanitas  e della  prudentia , d ella vanità e della superbia; come simbolo di prudenza e di conoscenza oppure di inganno; come il luogo in cui si forma l’io e la coscienza di sé e contemporaneamente avviene lo sdoppiamento tra il soggetto reale e la sua immagine ideale o il suo doppio diabolico; come una porta di passaggio tra il mondo della realtà e un mondo immaginario.L’utilizzo dello specchio nelle arti visive ha permesso la contrapposizione tra l’occhio e lo sguardo, tra il vedere e il comprendere, tra l’esteriorità e l’interiorità. Esso inoltre ha consentito di dilatare lo spazio svelando ciò che non si vede e non è presente nel campo figurativo rappresentato, ma diventa visibile allo spettatore solo tramite il riflesso dello specchio. Durante il Cinquecento si discute molto sui poteri soprannaturali e m...

La pioggia

Immagine
"La pioggia" Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane:ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti  di coccole aulenti, piove sui nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione. (Gabriele D'Annunzio)